Terzo capitolo del romanzo del secolo: “Casa Damellis”. Buona lettura!

domenica, 12/05/2019 21:57 da talpa Commenti disabilitati su Terzo capitolo del romanzo del secolo: “Casa Damellis”. Buona lettura!

Giulia se ne stava sul suo letto con l’aria sognante e a chiunque la vedesse, così con gli occhi fissi sul soffitto e con il sorriso di chi ha appena scoperto il segreto dell’eterna giovinezza, non risultava difficile capire il motivo della sua espressione. La prima esterna con Andrea era andata abbastanza bene. Giulia si era ritrovata a fare il bilancio del suo primo incontro con quel tronista che tanto l’aveva colpita e poteva dirsi soddisfatta. Di certo l’aveva colpito, altrimenti non avrebbe chiesto di uscire con lei, ma soprattutto non si sarebbe presentato in esterna dicendo:”Hai visto? È arrivato lo stronzo”, ripetendo parte della frase con cui lei si era rivolta a lui nel suo esordio in studio. Sorrise, Giulia, a quel ricordo e pensò all’ansia che aveva prima di incontrarlo, ma anche all’indecisione che aveva provato quando doveva decidere cosa fare durante la prima uscita. “Che faccio, organizzo una passeggiata?” si domandò Giulia quando i ragazzi della redazione le chiesero di pensare a qualcosa da fare con Andrea. “No, troppo banale” convenne. Lei che per prima era alla ricerca di tutto ciò che non fosse ripetibile, mediocre, scontato, si sarebbe ridotta ad organizzare qualcosa di così prevedibile? Doveva inventarsi qualcos’altro. Poi ripensò al video di presentazione di Andrea, per cercare di ricordarsi qualche dettaglio, qualcosa da cui partire per colpirlo e fu lei invece ad essere scossa da un dettaglio. In particolare, ricordò la macchina importante con cui Andrea andava in giro nel filmato. Si ricordò di come lui aveva raccontato che il suo tenore di vita era abbastanza alto, e a dirla tutta, l’aria da arrogante che aveva assunto quando parlava di quell’aspetto della sua esistenza, l’aveva un po’ infastidita. “Facile fare il figo quando guidi una macchina di lusso” aveva pensato in quel momento Giulia, “Vediamo come se la cava alla guida di una macchina modesta” aggiunse e subito chiamò la redazione per spiegargli la proposta. Mentre era sul letto, Giulia, a ripensare a come era andato quell’incontro, o meglio, a gongolarsi del fatto che non si era sbagliata su quell’elettricità che era sicura di aver provato anche solo vedendolo in tv, sorrise e ritornò a quel momento dell’esterna in cui Andrea aveva difficoltà a far partire la macchina. In quel momento lei aveva deciso di rendergli pan per focaccia e di metterlo in difficoltà esattamente come lui di solito faceva con le ragazze e quindi con tono provocatorio gli disse:”Se hai difficoltà a guidarla, dillo subito”. Lui ovviamente si era subito affrettato a rassicurarla, a dirle che era perfettamente in grado e lei sorrise al pensiero che lui, esattamente come lei, non avrebbe mai ammesso di non saper fare qualcosa, piuttosto avrebbe negato e finto un’avaria al motore. Lei poi, ripensò, gli aveva pure detto:”Levetta e un po’ di gas”. Cioè lei che non sapeva nemmeno come era fatta un auto, si era pure azzardata a dargli i consigli su come far partire una macchina, che poteva essere tranquillamente definita d’epoca. Arrogante e saccente, questo era e lo sapeva, ma lui non era da meno e quindi si sarebbero scontrati, questo le era ben chiaro e lei non vedeva l’ora. Tutto sommato l’esterna però era andata bene, a parte il dettaglio del complimento scontato di lui:”Sei bellissima”, dettole così, mentre era alla guida e la guardava di sottecchi. In quel caso Giulia si era subito affrettata a ricordargli che i complimenti fatti tanto per, non le erano mai piaciuti e che preferiva qualcosa di autentico, di unico. In quel momento si riferiva al complimento, ma Giulia sperava che Andrea fosse in grado di leggere tra le righe, di capire, che lei si riferiva al loro rapporto in generale. “Stupiscimi Andrea”, “Cammina con me nel mio universo incantato. C’è posto anche per te”, si ripeteva lei in mente. Si sarebbero rivisti, di questo era sicura. Lo aveva capito dal modo in cui lui la guardava e di come lei gli sorrideva di rimando. Ah Damante, Damante. Quante cose avrebbe voluto raccontargli. Quante cose gli avrebbe scritto, ma non si poteva. Erano queste le regole del programma e Giulia provò un po’ di angoscia, riflettendo sul fatto che se già dopo un’esterna, faceva fatica a trattenere la voglia di parlare con lui, di lei, di ciò che le capitava, di loro, chissà come avrebbe fatto più avanti. Avrebbe dovuto trovare una soluzione per ovviare al problema e l’idea di come appagare la sua voglia di comunicare con Andrea le venne mentre l’indomani si trovò al centro con una sua amica. Entrarono in una libreria, nonostante  a Giulia non fosse mai piaciuto leggere, ma lei non era contrariata, anzi, le librerie le piacevano, per l’odore che c’era e soprattutto per i reparti allestiti con oggetti di cancelleria. Era in grado di spendere milioni, pur di ritornare a casa con mille agende colorate, penne profumate e matite brillantinate.

 

Ed ecco il lampo di genio. Le serviva un quadernino, uno su cui avrebbe potuto scrivere tutte le volte che pensava ad Andrea e il contenuto dei suoi pensieri. Pensava al suo cuore, a quanto era coinvolto in tutto quello che faceva e poi pensò a lui e al suo aspetto fiero, quasi regale, ed eccolo lì, sullo scaffale tra le varie agende e taccuini, un piccolo quaderno con la trama che faceva al caso suo: la figura del re di cuori. Giulia sorrise e ritenne che fosse stato il caso a farglielo trovare lì. Si rigirò tra le mani il quadernino e si domandò se Andrea fosse stato capace di diventare il re del suo cuore. Glielo avrebbe permesso? D’altronde era sempre stata lei ad avere il controllo del suo cuore, ad esserne la regina e mentre provava a darsi una risposta, ecco che tra i tanti quaderni, né spuntò uno identico a quello che aveva già scelto, con un’unica differenza rispetto al primo: la figura non era quella del re di cuori, ma della regina. Giulia non ebbe più dubbi. Ad ogni re la sua regina, e lei sarebbe diventata quella di Andrea. E con questa rinnovata consapevolezza, si avviò verso l’uscita, contenta dei suoi due acquisti. In un’altra città, in quella che diede i natali ai due giovani che a causa delle avversità, vissero l’amore più travagliato del mondo, e un paio di settimane dopo, Andrea tornava a casa dopo una sessione di allenamento più intensa del dovuto e infatti, solo quando si ricordò di essersi recato in palestra a piedi, si rammaricò di non aver portato con sé l’auto. “Poco male”, pensò. Avrebbe avuto più tempo per riflettere sulla piega,che il suo percorso nel programma, stava prendendo. Di sicuro c’erano molte ragazze che gli interessavano. C’era Giulia, che aveva un fisico da sballo e quell’aria da maestrina che lo faceva impazzire. “Se riesco a portarla dalla mia parte, ho vinto”, pensò presuntuoso Andrea, sperando di convincere la ragazza a corteggiare lui, strappandola così al suo rivale e collega di trono, per cui invece si era in passato dichiarata. Poi? Ah sì, anche l’altra Giulia non era male. Com’è che faceva di cognome? De Lellis? Certo, andava un attimo istruita su come stare accanto al “Dama”, ma la materia prima c’era tutta e il modo in cui lei lo guardava, sfrontata, sicura, un po’ gli faceva paura perché solo con lei gli capitava di mettere in discussione il suo ruolo e di trovarsi dall’altra parte, con l’aria da fesso a farle domande per capire come conquistarla, piuttosto che lasciare che fosse lei a conquistare lui. Però l’idea del quaderno su cui scrivere tutti i pensieri che lei rivolgeva a lui, l’aveva colpito, doveva ammetterlo. Aveva la capacità, Giulia, di dire sempre la cosa giusta al momento giusto, ma non si trattava di qualcosa di studiato a tavolino, era sicuro di questo, anzi, era come se si trattasse di un incastro perfetto, un’attrazione strana, particolare. Ovvio che doveva darsi una calmata Andrea. Lui lo sapeva che quando si intestardiva su qualcuno era la fine, ma qui il discorso era diverso. Doveva concedersi la possibilità di conoscere altre persone, di capire e di ascoltarsi. Non poteva già guardarla con gli occhi imbambolati dopo solo due esterne. Che poi, Andrea ripensando alla sua conoscenza con Giulia, si rese conto che non avevano ancora avuto l’occasione di avvicinarsi. Ovvio, non si aspettava di riuscire a baciarla dopo così poco tempo, ma ricordò che l’ultima volta che si erano visti, mentre erano intenti a cucire la maglia che lei aveva deciso di realizzare per farlo entrare nel suo mondo, addirittura non volle togliersi nemmeno il giubbotto. “Togliti il giubbotto Giulia” “Non me lo tolgo il giubbotto Andrea”. Era difficile come ragazza e non soccombeva al suo fascino, mentre lui, vabbè lasciamo stare. Dopo due giorni avrebbero dovuto fare la loro terza esterna, e Andrea aveva deciso di voler essere lui ad organizzare qualcosa. Si sforzava di trovare qualche attività da fare insieme, una di quelle che potesse toglierle quell’aria da saccente. “Cosa può metterla in imbarazzo?”, si chiese Andrea, aggiungendo lo sforzo mentale a quello fisico. Ma certo! Una bella sessione di Karaoke. Ecco cosa gli serviva per mettere in difficoltà Giulia. Stava pensando a qualche canzone in inglese, dal testo impronunciabile, ma poi decise di non voler esagerare. Poi ovviamente, il destino gli suggerì cosa fare. Dopo aver distrattamente passato a rassegna le sue canzoni sull’iPod, Andrea si accorse di averne una in coda che non aveva quasi mai ascoltato, o forse da quel momento, quella canzone avrebbe avuto un significato diverso. Era quasi sotto casa sua quando, nelle sue orecchie,  Francesco Sarcina arrivò al punto del brano che fa:”Ma questo è dedicato a te, alla tua lucente armonia, sei immensamente Giulia”. Andrea aveva il sorriso stampato sulla faccia e mentre infilava la chiave nel portone, chiamò subito il suo tutor per spiegargli l’idea della sua prossima esterna con Giulia.

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